di VolosSi tratta di un’ancora litica rinvenuta nel porto antico di Volos (Tessaglia) e conservata nel Museo Archeologico di quella città. Appartiene a un tipo di ancore greche di forma piramidale tronca che i greci definiscono «puramido-eideîs líthines ánkures» e gli anglofoni «pyramidal stone anchors» (figg. 1a e 1b). Fig. 1a: Ancora con svastica di Volos(cortesia di Honor Frost)Fig. 1b: La medesima ancora di Volos(cortesia di Honor Frost)È costituita da pietra vulcanica locale e mostra un colore grigio cenerino («tefrós» ). Un grosso foro passante, perfettamente circolare, non serve, come ci si attenderebbe, per il passaggio e la legatura del cavo, ma per l’introduzione e l’incastro di una robusta marra di legno con funzione di ceppo. Un altro foro, apicale (area tronca) e verticale, si connette internamente con il primo e serve per il cavo nel modo ricostruito nella fig. 2.
Fig. 2: Ricostruzione di un’ancora piramidale
(cortesia di Honor Frost)
Sono disponibili parecchie altre ancore «piramidali», tutte greche del V-IV sec. a. C. (apogeo della potenza navale greca), di colore caratteristicamente cenerino, ben lavorate, squadrate, con un bel foro ampio e rotondo, spesso identiche tra loro, come a stampo: almeno 6 sono conservate nel Museo del Mare del Pireo e provengono dai fondali di Zea Liman, l’antico porto delle triremi ateniesi, 3 sono state rinvenute nel mare di Taranto, una all’Ognina di Siracusa, una a Linosa (Pelagie) e qualche altra.L’ancora di Volos si distingue fra tutte per la presenza di una vistosa svastica, incisa sulla faccia anteriore e di significato verosimilmente solare e beneaugurante. Tale era infatti da secoli il significato della svastica o croce uncinata nel mondo egeo-anatolico (Creta, Cipro, Troia) e propriamente greco (primo stile geometrico di Dypilon). Ancore piramidali sono raffigurate nelle pagine 75-76-82 del libro di A. Papò, «Ancore di pietra, Viaggio alle radici della storia», IREC0, 2004. La prima di dette figure mostra 2 esemplari collocati, uno per lato, nel vano esterno della traversa di prora del modellino di una gloriosa trireme temistoclea del Museo del Mare del Pireo. Alessandro Papò, Letizia Marini, Gianluca Citi del Gruppo Archeosub Labronico