L’OGGETTO MISTERIOSO DI CALAFURIAMYSTERIOUS LEADEN OBJECT DISCOVERED IN THE SEA OF CALAFURIA-LIVORNO (DEPTH: -30M.) CLOSE TO AN ETRUSCAN WRECK.1. L’oggetto misteriosoNel giacimento archeologico di Calafuria (probabile relitto etrusco della fine del V sec. a.C.), recentemente scoperto dal G.A.L. (Gruppo Archeosub Labronico) di Rosignano Marittimo, è stato rinvenuto, alla profondità di 30 m., un oggetto di piombo massiccio, ricoperto da uno strato di calcare, del peso di 23 Kg. Ha la forma di un parallelepipedo a base piatta e quadrata (cm.12x12), sormontato da una sorta di anello di sospensione incorporato, dello stesso piombo, per un’altezza complessiva di cm. 32. Ogni faccia dell’arnese presenta alcuni fori (3,4,3,4) non passanti, non combacianti, non ordinati, profondi cm. 5 e larghi cm. 1,5- 1,8. Il reperto è stato regolarmente denunciato e consegnato, insieme a tutti gli altri del giacimento, al Museo Archeologico di Rosignano Marittimo (Livorno).Non comprendendone affatto la funzione, abbiamo cominciato a sottoporre (via internet) il piombo in questione all’attenzione interpretativa dei maggiori archeologi subacquei di tutto il Mediterraneo. In attesa degli sviluppi dell’inchiesta, possiamo intanto dire che l’appartenenza dell’oggetto al contesto del relitto etrusco, pur non essendo affatto scontata, è comunque molto più probabile del contrario e che il foro passante apicale sembra specificamente predisposto per la legatura di un cavo o sagola. Questo stesso fatto, anzi, insieme alla forma dell’oggetto, al peso discreto, al materiale di composizione, al sito e contesto, sembra orientare, almeno a prima vista, verso un ristretto numero di interpretazioni: uno scandaglio, una zavorra per discesa rapida degli urinatores e un’ancora. Troppo pesante, però, per uno scandaglio di piombo poiché questi strumenti pesavano generalmente pochi o pochissimi Kg. Essi, inoltre, presentavano una cavità relativamente ampia per il grasso, nel punto d’impatto con il fondale, e mai fori non passanti. Troppo pesante anche per un peso da urinatores (sommozzatori romani) poiché, per una profondità di 30 m., com’è noto a tutti gli apneisti, bastano solo pochi Kg. di piombo. Anche in questo caso, peraltro, non si spiegherebbe la funzione dei numerosi fori non passanti. L’ipotesi di un’ancora, invece, sembrerebbe più plausibile: le misure dei fori sono sufficienti per l’introduzione a incastro per battuta dell’estremità rastremata di marre corte di legno del diametro di almeno cm. 2,5 (quanto quello del bastone di una scopa), incastro che verrebbe rafforzato dal rigonfiamento del legno in acqua.Dunque un prototipo d’ancora di piombo di fine V sec. a.C.? Stando alle prime risposte dell’indagine, è possibile (anche l’epoca è peraltro giusta), ma non è per niente detto, poiché le interpretazioni pervenute sono già diverse. Proprio ieri, oltretutto, ci è arrivato un laconico «I have no idea» da una grandissima autorità, forse la massima, dell’archeologia subacquea mondiale. Su un fatto, però, si trovano tutti d’accordo: il tema e il quesito sono indubbiamente stimolanti. Chi volesse gentilmente esprimere anche il suo parere ci contatti pure. Alessandro PapòGianluca CitiLetizia Marini2. Un’ ipotesi.