Saccheggi e recuperi a Calafuria-Negli anni 1959-1961 e 1965-1966 vengono svolte fruttuose raccolte di corallo rosso da parte di sommozzatori professionisti che non possono non essersi imbattuti nelle anfore e negli altri reperti giacenti tra i banchi cosiddetti latini di Calafuria. Con questo non si vuole credere e neppure sospettare che quei corallari abbiano prelevato alcunché ma solo che, alla fine degli anni 50 le anfore e il resto non erano più un mistero. -Nel 1968 registriamo la segnalazione del recupero di un’anfora Py4A a Franco Papò in qualità di conduttore della rubrica “Mare Antico” della rivista specializzata Mondo Sommerso. Di tale segnalazione possediamo un accurato disegno in scala.-1970 : Come ci ha confidato un vecchio pescatore del posto o di una zona limitrofa, vengono trafugate dai clandestini ben 30 (trenta) anfore del nostro stesso tipo, almeno un grosso contenitore pathos-simile, almeno 10 barre metalliche (lingotti di piombo?) e piccoli oggetti fittili. -1972 : Come ci ha riferito un campeggiatore di un lido vicino, alcuni campeggiatori tedeschi prelevano tranquillamente delle anfore alla Punta del Miglio di Calafuria.-1982 : Come segnalato da Mondo Sommerso 1984,227,48ss., alcuni organizzati predatori della zona tagliano con fiamma ossidrica e trafugano un ippocampo in bronzo, pesante un quintale, piantato a 10 metri di profondità, davanti alle scogliere del romito e, cioè, giusto davanti a Calafuria. Ebbene, è praticamente impossibile che questi attenti ed informati pirati di zona non conoscessero a menadito anche i fondali dell’attigua Calafuria.-10-09-2003 : Come descritto a pag. 7 di “Un relitto etrusco tra i rinvenimenti di Calafuria”, la scoperta dei reperti da parte del G.A.L. è stata occasionale, ma favorita dall’attività di alcuni clandestini : “Noi del Nucleo Operativo Subacqueo del G.A.L., tuttavia, fummo richiamati sul luogo da un via- vai di sub molto indaffarati, appoggiati da un natante, che, al nostro apparire si dileguarono lestamente. Rinvenimmo complessivamente diversi reperti, alcuni dei quali evidentemente predisposti dai clandestini per l’immediato trasporto in superficie. Naturalmente ci sentimmo in dovere di recuperarli all’istante, prima della denuncia, proprio per evitarne il saccheggio clandestino ecc. ecc.”(dal libro citato). Come è facile arguire, le anfore e altri reperti trafugati poco prima di questi recuperi, sono probabilmente parecchi. Il materiale recuperato dal G.A.L. viene direttamente visionato e registrato da un ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica, il quale redige 2 (due) verbali in doppia copia (due denuncie), li trasmette alla Soprintendenza stessa, lasciando i reperti in custodia dei 2 sub. -Dopo queste due prime denunce, la Soprintendenza non dà notizie di se, né si muove. -2004 : Un’anfora, verosimilmente del nostro stesso tipo, viene rinvenuta da un sub in zona e denunciata-consegnata alla Capitaneria di Porto di Livorno.-O8-03-2005 : Altra attività clandestina con trafugamento di almeno alcune anfore. Altro intervento del G.A.L., nuovi recuperi, ulteriore materiale visionato dal medesimo ispettore onorario. Altre due denunce trasmesse alla Soprintendenza. Il materiale viene anche questa volta lasciato in custodia dei sub.-La Soprintendenza, come al solito, non risponde. -19-06-2005 : Quinta denuncia ai Carabinieri di Castiglioncello, questa volta cumulativa e riassuntiva, poiché vi vengono ribadite le 4 denunce precedenti.-21-06-2005 (cioè 2 giorni dopo) : Tutti i reperti in custodia vengono materialmente consegnati al Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. -11-07-2005 il G.A.L. collabora con la Soprintendenza portandola sul sito.-30-08-2005 recupero con i pompieri di Livorno di parti di anfora e resti di grandi contenitori.Anche se tali reperti rappresentassero una parte assolutamente minima della originaria e reale consistenza del carico di Calafuria, il G.A.L. si ritiene molto fiero e soddisfatto di aver salvato dai predoni, denunciato , custodito e consegnato in buone mani, un patrimonio culturale comunque eccellente. A questo punto, rende noti i recuperi per così tanto tempo taciuti e riceve rallegramenti ed auspici dall’Italia e dall’estero, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ma viene denunciato per scavo clandestino ( ?! ) dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana. Nel frattempo, è possibile che i saccheggi continuino indisturbati. Il G.A.L. (Gruppo Archeosub Labronico)